lunedì 29 aprile 2013

La paura

Ieri sera tardi, in centro, mi incamminavo verso la solita fermata del tram quando sono stata fermata da un ragazzo di colore.
Vedendo che non gli davo corda ma che, anzi, affrettavo il passo, mi ha detto che non dovevo aver paura, e che in Europa tutti hanno paura degli altri mentre in Africa no. 
In Africa le persone si fermano a parlare e non hanno paura le una delle altre perché, attraverso il confronto, si vince la paura.

Io ho risposto che aveva ragione ma che, purtroppo, per una donna da sola di notte, a Milano, la mia reazione era piuttosto normale e che esistevano motivi reali per temere il rischio di scippi o, peggio, di violenze.
Intanto mi avvicinavo verso la mia fermata, con lui accanto che parlava e che, a sentire i motivi della mia paura, mi dice: "ma questi uomini sono pazzi... ogni uomo dovrebbe ricordare che è nato da una mamma che è anche una donna. Se tutti pensassero alla loro mamma, non farebbero violenza sulle donne".

Ora Kebe, mio saggio ballerino senegalese, tu hai ragione ma ti assicuro che, pur essendo una convinta sostenitrice del dialogo, se la sera prima di incontrare te, quando il cretino che ha atteso di scendere alla mia fermata del tram, per poi seguirmi con lo sguardo fino a casa, sghignazzando davanti al mio sguardo spaventato, avessi avuto un'arma o qualsiasi altra cosa da spaccargli in faccia, ebbene, gliel'avrei almeno mostrata.
Per fargli provare un po' della paura che ho provato io.
Poi sì, gli avrei pure ricordato che è nato da una donna. Ma dopo... 

Perchè, caro Kebe, ti racconto uno dei tanti paradossi del mio Paese: io vado allo stadio come volontaria e lì incontro centinaia di membri delle forze dell'ordine, pagati dallo Stato, anche con le mie tasse, che, al termine della partita, scortano i tifosi della squadra ospite fino ai loro pullman, per garantirne l'incolumità. 
Buona cosa, dirai.
Certo, ottima. 
Salvo che poi rischio di essere aggredita io, quando, dopo il servizio - ma anche dopo il lavoro, dopo il cinema, dopo un'uscita con gli amici - me ne torno a casa con i mezzi pubblici...

Continuerò a farlo. E continuerò ad aver paura.

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